Quando inizia l’artrosi e come capire che si tratta proprio di questa patologia? L’artrosi è un disturbo doloroso che può diventare anche molto invalidante fino a irrigidire e impedire i movimenti articolari più semplici. Come evitare tutto questo?
Inizio col rispondere alla domanda ‘quando inizia l’artrosi’. Ebbene, l’artrosi non è necessariamente legata alla vecchiaia, si manifesta perlopiù con l’avanzare dell’età ed è la causa primaria del dolore cronico negli anziani, ma può iniziare anche prima dei 40 anni se incentivata da alcuni e diversi fattori.
Quali sono i fattori che favoriscono l’artrosi?
La causa dell’artrosi è multifattoriale: non dipende soltanto dall’età, ma da predisposizione genetica, fattori meccanici, peso corporeo (se in sovrappeso o in obesità), traumi/traumi sportivi (per eccessivo e ripetuto uso delle articolazioni con la conseguente degenerazione della cartilagine), posizioni mantenute a lungo, posture scorrette, malformazioni dovute a fratture pregresse, cause ormonali (menopausa) e malattie metaboliche (es: diabete).
Come specialista in Fisioterapia mi occupo della cura dell’artrosi in tutte le sue forme e manifestazioni. E in questo post voglio spiegare in modo molto semplice cos’è l’artrosi, dove colpisce, come si manifesta e le cure che si possono fare per alleviare i sintomi del dolore e riabilitare il movimento, compreso l’esercizio fisico che in molti pensano essere incompatibile con l’artrosi (niente di più sbagliato!).
Si può guarire dall’artrosi?
Va detto intanto che l’artrosi non è una patologia dalla quale si può guarire, ma si può invece agire sul dolore, recuperare i movimenti e rallentarne l’evoluzione in cronicità con trattamenti farmacologici, terapie fisiche, esercizi riabilitativi e, in casi più gravi (per es. artrosi dell’anca e del ginocchio) con la chirurgia protesica.
Come viene l’Artrosi?
La definizione più semplice che posso dare dell’artrosi è questa: malattia osteoarticolare cronica e degenerativa, che colpisce quindi le articolazioni causando dolori, rigidità articolari e difficoltà nei movimenti.
L’artrosi compare in seguito a eventi biologici e meccanici che modificano la struttura della cartilagine articolare, interessando tutti i tessuti che costituiscono l’articolazione: osso, tendini, legamenti e capsula articolare.
Inizia con l’usura della cartilagine che ricopre le ossa, che si consuma in modo progressivo fino a ridursi di spessore e a scomparire perdendo la sua funzione (far sì che le ossa scivolino senza sfregare).
La conseguenza dell’usura e perdita della cartilagine è l’irrigidimento dei movimenti a causa della frizione tra i capi articolari, associata al cambiamento del tessuto osseo e dello spazio articolare, cause dirette del sintomo doloroso.
Quando inizia l’artrosi come si manifesta?
È piuttosto semplice capire quando inizia l’artrosi proprio per le sue manifestazioni.
Il primo sintomo inequivocabile è il dolore di tipo meccanico (legato al movimento) e la conseguente difficoltà a muovere l’arto colpito da artrosi.
Le articolazioni fanno male, i dolori vengono anche di notte, e al mattino sono rigide (soprattutto per la mancanza di movimento), tendono a gonfiarsi e col tempo a deformarsi.
In sintesi, i sintomi sono:
- dolore cronico
- limitazione dei movimenti
- gonfiore
- rigidità
- deformità ossea.
Dove colpisce l’artrosi?
In generale tutte le strutture articolari sono soggette all’artrosi, ma perlopiù questa patologia colpisce:
- mani, spalla, ginocchio, anca e la colonna vertebrale (cervicale e lombare).
La visita e gli esami per diagnosticare l’artrosi
Quando inizia l’artrosi ce ne accorgiamo per una serie di motivi lampanti e per un primo eventuale confronto con il medico di base che può dare un parere sui sintomi riportati.
Per avere una diagnosi precisa e per valutare i trattamenti necessari per rallentare l’evolversi della patologia, si approfondisce con una visita specialistica durante la quale lo specialista appurerà l’artrosi e consiglierà la terapia più adatta.
La visita clinica (reumatologica) inizia con un’indagine del quadro sintomatologico.
Lo specialista raccoglie alcuni dati essenziali: da quanto tempo il paziente convive con il dolore, se ha avuto traumi, in quali momenti della giornata sente più dolore, se ci sono altre patologie.
Durante la visita si individuano i punti doloranti e si verifica il range di movimento in estensione e in flessione, per verificare il grado di riduzione del movimento.
Oltre alla visita clinica si va a fondo con gli esami diagnostici (radiografia), per capire lo stadio dell’artrosi, indagare il livello di usura della cartilagine, lo spazio restante tra i capi articolari, l’ispessimento dell’osso e la presenza di osteofiti (deformazioni ossee che si formano per via della degenerazione cronica delle ossa).
Cosa fare per l’artrosi
La terapia conservativa (ossia non chirurgica) per l’artrosi deve contenere il dolore e riportare il paziente a muoversi senza difficoltà.
Se si agisce in una fase iniziale dell’artrosi la terapia conservativa è la prima strada da seguire per risolvere il problema con la fisioterapia associata alla terapia farmacologica.
Quando inizia l’artrosi con sintomi che alternano un’intensità da lieve a moderata, infatti, si ricorre ad analgesici (paracetamolo) e ai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) che agiscono sul dolore, prevengono episodi acuti ed evitano peggioramenti della sintomatologia.
Sia in queste prime fasi che quando il dolore si fa più intenso, acuto, si interviene anche con la terapia fisica: ultrasuoni, elettroterapia, tecarterapia.
In alcuni casi è necessario fare infiltrazioni intrarticolari con acido ialuronico per la cartilagine, sicuramente molto più consigliabili rispetto alle infiltrazioni intrarticolari di cortisone.
Già nelle fasi iniziali della malattia è bene seguire un percorso riabilitativo che prevede la mobilizzazione attiva e passiva, fisioterapia di rinforzo per stabilizzare l’articolazione e una rieducazione posturale per correggere quelle posizioni scorrette che assumiamo durante i momenti della giornata, sul lavoro, in casa o anche nel tempo libero, e di cui non siamo neanche consapevoli.
Quando ricorrere alla chirurgia?
La chirurgia per l’artrosi diventa necessaria quando riguarda alcune articolazioni come quella dell’anca e del ginocchio.
Queste forme di artrosi, quando gravi e a uno stadio avanzato, compromettono i movimenti più banali, dal camminare allo scendere/salire le scale, ai piegamenti più semplici, ecc. E in aggiunta il dolore diventa sempre più costante, persistente.
In queste condizioni si deve per forza ricorrere alla chirurgia protesica articolare se si vuole correggere l’articolazione compromessa. Grazie a questo intervento il dolore viene nettamente ridotto o addirittura eliminato e dopo la riabilitazione l’arto torna alla sua normale mobilità.
Oggi questa tecnica si avvale di materiali innovativi (lega di titanio) e di interventi mini-invasivi.
Sicuramente prima di stabilirne la fattibilità è fondamentale escludere eventuali fattori cardiovascolari che potrebbero rendere rischioso l’intervento chirurgico protesico.
Si può fare esercizio fisico con l’artrosi?
Decisamente sì! Anche se in tanti ancora credono che l’artrosi sia incompatibile con il movimento. Niente di più sbagliato!
L’artrosi si combatte anche con l’esercizio fisico, non essendo un processo infiammatorio che irrita le articolazioni ed essendo una malattia che irrigidisce le articolazioni, se non ci si muove la situazione peggiora.
È evidente che in presenza di forte dolore si dovrà dapprima alleviare questo sintomo, ma se non c’è dolore – e a seconda del grado della patologia – il paziente può fare un’attività fisica mirata e controllata.
Dapprima esercizi in contrazione muscolare senza movimento articolare, per non indurre il sintomo doloroso, e poi via via con il miglioramento progressivo anche esercizi isometrici e attività fisica in palestra, esercizi aerobici di moderata intensità che non vanno a pesare sul danno articolare, ginnastica in acqua, cyclette e tapis roulant (con la supervisione di un trainer).
Consigli del Fisioterapista
Tra i più importanti fattori di rischio dell’artrosi ci sono anche sovrappeso e obesità.
In questi casi sarà bene adottare la giusta alimentazione per liberare le articolazioni dal sovraccarico. Provvedimenti che si dovranno prendere con un dietologo o nutrizionista.
Per quanto riguarda, invece, la fisioterapia, la rieducazione motoria con mobilizzazioni passive e attive, trattamenti manuali, stretching, esercizi di flessibilità e di potenziamento muscolare (con bande elastiche, piccoli pesi, ecc.) è indispensabile per:
- recuperare la mobilità articolare
- ritrovare forza e resistenza muscolare
- mantenere le articolazioni flessibili
- combattere la tendenza all’irrigidimento e il rischio dell’immobilizzazione.
A cura del Dott. Alessandro Ferrari Dagrada – Fisioterapista
Come sempre resto disponibile per qualsiasi consiglio o domande sull’artrosi e sulle migliori modalità terapeutiche.
Contattami qui per prenotare una prima visita e diagnosi gratuite